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Pantani

14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Aveva appena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio, rivelatesi poi infondate, lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. Tra il campione adulato, l’icona di chi ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell’impresa e della fantasia, e il morto di Rimini, che giaceva in mezzo alla cocaina nei panni di un vagabondo, vi è tutta la complessità di un’epoca al tempo stesso sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna.

Premio UBU 2013 come “Migliore novità italiana (o ricerca drammaturgica)”.

Green room
una collana diretta da Jacopo Gassmann

Il progetto prende il nome da un’espressione tecnica che può essere trasformata nella metafora di un modo di concepire il teatro.
Il termine “green room” ha infatti una sua curiosa e ambigua storia etimologica, piena di rimandi e interpretazioni, alcune delle quali piuttosto evocative. Nell’accezione più comune è una sala allestita per accogliere e accomodare degli individui nell’attesa di un’esibizione o di un intervento pubblico. In ambito teatrale è lo spazio dietro le quinte in cui gli artisti possono sostare prima, durante e dopo uno spettacolo. È la stanza dove gli attori possono ripassare le battute, riscaldarsi o semplicemente ricevere gli ultimi ritocchi di trucco. È il luogo dove riposare e stemperare la tensione o dove raccogliersi in silenzio e trovare la giusta concentrazione prima dell’entrata in scena, ma anche lo spazio in cui brindare a un successo e incontrare il pubblico dopo la messa in scena. Nel gergo teatrale, il termine “green room” è anche a volte utilizzato per indicare il momento in cui la compagnia si riunisce per le note di regia.

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